giovedì 20 gennaio 2011

Fusione a freddo: due italiani ci sono forse riusciti?

Il futuro dell'energia parte da Bologna? L'attenzione di tutto il mondo è concentrata su due ricercatori italiani che hanno annunciato di essere riusciti a mettere in atto la fusione nucleare a freddo, considerata il ''Graal'' della scienza. La scoperta dell'ingegnere Andrea Rossi e del fisico Sergio Focardi potrebbe spalancare nuovi orizzonti, per l'umanità e per il pianeta, con l'energia che sarà pulita e praticamente illimitata.

E' ancora troppo presto per dirlo, ma potremmo trovarci di fronte alla scoperta più importante di sempre. Per la prima volta, all'interno della zona industriale di Bologna, Andrea Rossi e Sergio Focardi hanno mostrato ad un ristretto numero di scienziati e giornalisti la loro macchina - ''funziona come una stufetta elettrica di casa'' -, che trasforma nichel e idrogeno in energia.

Durante l'esperimento di Bologna, la macchina di Rossi-Focardi avrebbe consumato 600 kilowattora per produrre circa 12.000 kilowattora. Per quanto riguarda i costi di esercizio, i realizzatori parlano di 2.000 euro per Kilowatt di potenza per il dispositivo, più un grammo di nichel necessario per il processo. La macchina potrebbe presto essere prodotta e commercializzata, anche se la comunità scientifica appare intenzionata a conoscerne i segreti. Segreti che, pur coperti da brevetto, per stessa ammissione di Andrea Rossi e Sergio Focardi non sono ancora del tutto chiari.

Una breve spiegazione in inglese sul probabile funzionamento si può trovare QUI

Ecco i 3 video di spiegazione della ricerca:





PDFZilla: download gratuito per tutti fino al 5 Febbraio 2011




Di tanto in tanto, abbiamo avuto modo di dare uno sguardo a diverse ed apposite risorse mediante cui eseguire operazioni di conversione sui file PDF, una procedura che, a seconda delle diverse esigenze della vasta utenza, può rivelarsi più o meno utile in svariate circostanze.

A tal proposito, una tra le risorse che, proprio per la sua efficienza, è riuscita a guadagnarsi nel corso del tempo la stima della vasta utenza, è senz’altro PDFZilla, peccato però che si tratti di un software a pagamento.

PDFZilla, per chi non lo sapesse, altro non è che un efficiente programmino per OS Windows in grado di convertire i file PDF in una gran varietà di formati modificabili quali Word, RTF, TXT, HTML, SWF e tutti i più comuni file immagine.

Tuttavia, per la gioia di coloro che, oramai da un bel po’ di tempo a questa parte, consideravano l’idea di metter mano al portafoglio, ma anche per quella dei lettori alla ricerca di un buon software mediante cui convertire e modificare i file PDF, PDFZilla risulta ora scaricabile in modo completamente gratuito sino al 5 Febbraio 2011.

Si, esatto, avete capito bene, PDFZilla, che normalmente è acquistabile ad un costo di 29,95 $, ora può essere scaricato senza spendere neanche un centesimo… come? Semplicissimo! Infatti tutto ciò che risulterà necessario fare non sarà altro che cliccare qui per aprire la pagina ufficiale del software, cliccare poi sul pulsante Download FREE! ed attendere che la procedura di download venga ultimata (non è necessario eseguire alcun tipo di registrazione dei propri dati), poi, una volta scaricato ed installato il tutto sarà sufficiente cliccare sulla voce Register dalla finestra principale dell’applicativo (si aprirà una pagina web che invita all’acquisto del software, chiudetela e proseguite così come descritto) e inserire il codice 8061822TWDV6YUK fornito direttamente dagli sviluppatori del software.

Fatto! Ora potrete utilizzare PDFZilla gratuitamente ed illimitatamente!

Fonte: QUI

mercoledì 12 gennaio 2011

Una proteina cruciale per la morte neuronale


La comprensione del ruolo della chinasi SIK2 in caso di ischemia può portare alla sperimentazione di nuove terapie

Una molecola cruciale per i meccanismi regolatori per la sopravvivenza dei neuroni in seguito a un'ischemia cerebrale è stata scoperta dai ricercatori della Osaka University Graduate School of Medicine, in Giappone, guidati da Kazuo Kitagawa, che firmano in proposito un articolo sulla rivista Neuron.

Com'è noto il danno ischemico è dovuto a una restrizione dell'afflusso di sangue. Il deficit di ossigeno e di glucosio che ne deriva porta alla morte dei neuroni tramite una complessa cascata di eventi patologici finora poco compresi nei loro dettagli.

“Sebbene fossero già stati individuati numerosi composti coinvolti nella resistenza allo stress ischemico e i risultati preclinici fossero promettenti, i trial clinici sulla possibilità di fornire una protezione sono andati falliti”, ha spiegato Kitagawa.

Precedenti studi avevano indicato nella proteina CREB (cAMP responsive elements binding protein) un fattore protettivo per i neuroni in caso di ischemia. La CREB è nota per essere un fattore di regolazione importante per molti geni e riveste un ruolo importate in molti diversi processi fisiologici.

Kitagawa e colleghi hanno verificato una circostanza particolare: la chinasi SIK2 viene espressa ad alti livelli nei neuroni, ma tali livelli calano decisamente dopo un danno ischemico. In seguito si è arrivati a dimostrare che la SIK2 inibisce l'espressione genica mediata dalla CREB in condizioni di deprivazione di glucosio e di ossigeno e che la sopravvivenza all'ischemia era significativamente incrementata in topi mancanti di SIK2.

“Abbiamo trovato che la deprivazione di ossigeno e di glucosio induce la degradazione della SIK2 insieme con una specifica molecola denominata TORC1: ciò porta all'attivazione della CREB e dei processi chimici a valle”, hanno concluso i ricercatori. “I nostri risultati portano a ipotizzare che la SIK2 rivesta un ruolo critico nella sopravvivenza neuronale aprendo la strada a possibili applicazioni cliniche. Il cammino di segnalazione biochimica SIK2-TORC1-CREB può rappresentare un bersaglio terapeutico per promuovere la sopravvivenza neuronale”. (fc)


(12 gennaio 2011)


Fonte: QUI

lunedì 10 gennaio 2011

Scoperto un misterioso "messaggio chimico" nelle lacrime


Il minor grado di attivazione sessuale dopo aver annusato le lacrime percepito soggettivamente è stato confermato da misuraizoni di paramentri fisiologici

Il pianto è un comportamento universale, in grado di trasmettere intense emozioni nell'interlocutore. In un nuovo studio, un gruppo di ricercatori del Weizmann Institute ha dimostrato l'esistenza di un messaggio codificato chimicamente nelle lacrime. Secondo quanto riferito su Science Express, annusare le lacrime ridurrebbe l'attivazione sessuale negli uomini, anche quando la donna che le ha prodotte non è presente.

Gli esseri umani, come la maggior parte degli animali, espellono con i fluidi corporei un'ampia gamma di composti chimici in grado di veicolare sottili messaggi agli altri membri della stessa specie. Numerosi studi in anni recenti hanno dimostrato come le sostanze presenti nel sudore possano innescare un sorprendente spettro di segnali in chi li percepisce con l'olfatto.

Ma le lacrime non hanno odore. In effetti in un esperimento preliminare Shani Gelstein e colleghi del dipartimento di Neurobiologia del Weizmann ha verificato che le lacrime prodotte da un gruppo di volontarie mentre guardavano un film triste in una stanza separata non hanno un odore che possa essere discriminato da quello di una soluzione salina, secondo il giudizio di un gruppo di uomini utilizzati come controllo.

In un secondo esperimento i volontari maschi hanno annusato lacrime o una soluzione salina secondo la modalità in doppio cieco (in cui né gli sperimentatori né i volontari sapevano di che cosa si trovasse nei singoli campioni di test) mentre scorrevano su uno schermo immagini di visi femminili.

Dall'analisi delle risposte fornite dagli uomini, è risultato che annusare le lacrime non influenza il giudizio sulla tristezza evocata dai visi osservati né l'empatia verso di essi; sorprendentemente, tuttavia, le lacrime hanno influenzato negativamente il giudizio sul sex appeal attribuito ai visi.

Per chiarire meglio il risultato, i volontari hanno assistito ad alcuni film dal forte contenuto emotivo dopo aver annusato ancora una volta lacrime o soluzione salina. Per tutta la durata dei film ai partecipanti è stato chiesto di fornire una valutazione soggettiva del proprio umore mentre venivano monitorati alcuni parametri fisiologici come la temperatura della pelle, il battito cardiaco etc.

Anche in questo caso le risposte emotive dei soggetti ai film più tristi non erano peggiorate dall'esposizione alle lacrime, né vi erano variazioni nel grado di empatia. Ancora una volta però il grado di attivazione sessuale è risultato un po' più basso, come confermato anche dalle misurazioni fisiologiche che hanno rilevato tra l'altro una significativa diminuzione del testosterone. (fc)


(08 gennaio 2011)

Fonte: QUI